L' identità

Partiamo dall'immagine

Il modo in cui immaginiamo il nostro corpo è una nuova consapevolezza clinica e un nuovo approccio di cura.

Che immagine abbiamo della nostra identità corporea?
Qual è la nostra idea di corpo nello stato di salute?

Se è vero che esiste una percezione, o una raffigurazione esteriore del nostro sé, ci chiediamo se esista altrettanto una rappresentazione interiore, soprattutto in una condizione di equilibrio e salute psico-fisica, dove, non essendoci una patologia che insidia la nostra esistenza, non c’è un esplicito bisogno di rappresentazione mentale del nostro corpo.

Il modo in cui immaginiamo il nostro stato fisico risulta, però, determinante durante l’insorgere della malattia, perché ci permette di capire in che modo un soggetto- paziente possa raffigurare la sua condizione patologica, e con essa, anche la visualizzazione dei propri organi malati.

È questo il terreno nativo del progetto HYPNUS, ovvero, capire in che modo il ruolo delle immagini possa influire nel nostro processo mentale. Più apertamente, la consapevolezza anche a livello clinico che i processi mentali – e dunque le loro potenzialità figurative – sono determinanti nel decorso e forse nell’insorgenza di molte patologie.

La malattia e il distacco
dal
nostro corpo

La rappresentazione del nostro corpo interiore subisce delle profonde alterazioni nelle condizioni di malattia. Improvvisamente il corpo diventa un nemico, una dimensione che non ci appartiene più.

Le ricerche neuro scientifiche hanno evidenziato la possibilità di rappresentare il nostro corpo sia in relazione al mondo nel quale ci muoviamo, sia in riferimento al nostro mondo interiore, fatto di nozioni, credenze ed emozioni.

Se normalmente l’oggetto di questi studi è il corpo esterno, raramente ci si occupa di indagare la parte interiore della rappresentazione corporea, o meglio ancora, di come le persone rappresentano il proprio essere interno.

Questa osservazione risulta particolarmente critica se riferita ad una condizione di malattia, e cioè quando il corpo smette di funzionare al meglio e lentamente si deteriora.

In uno stato di sofferenza psicofisica, infatti, il corpo può diventare improvvisamente e inaspettatamente un nemico, o un ente esistenziale che non ci appartiene più.

Si verifica, cioè, un distacco fra il nostro sé e la nostra rappresentazione interiore.

Una nuova alleanza terapeutica

L’ipnosi è uno stato modificato di coscienza, fisiologico, dinamico, che nasce dall’instaurarsi di una nuova sinergia fra medico e paziente, che permette modificazioni psichiche, somatiche, viscerali per mezzo dei monoideismi plastici, secondo la definizione del Centro Italiano Ipnosi Clinico Sperimentale (Istituto Franco Granone)

Entrare in contatto con il nostro mondo interiore non è solo una frontiera mentale, ma è un viaggio fisico ed esperienziale.

Applicare questo concetto all’ambito della medicina significa consentire al soggetto-paziente di instaurare un legame visivo fra sé, il suo corpo e la patologia che egli vive dentro.

È questo il filo conduttore del progetto HYPNUS. Un percorso diagnostico-terapeutico che nasce dall’originale connessione fra immagine e ipnosi: un ponte cognitivo che coniuga la consapevolezza del paziente con l’auto-gestione della sua malattia.

Il come è una grammatica che mette insieme le potenzialità funzionali dell’immagine e la dimensione innovativa della tecnica, ovvero lo strumento dell’ecografia.

Attraverso la tecnica dell’ipnosi, infatti, si realizza una relazione empatica e di fiducia fra medico e paziente, un rapporto che possiamo definire come una vera e propria alleanza
terapeutica.

La strategia dello sguardo

Se l’ipnosi evoca uno scenario fatto di immagini mentali, l’ecografia fa riferimento alle immagini reali prodotte dagli strumenti di diagnostica.

Alla radice del progetto HYPNUS c’è una profonda caratterizzazione del concetto di immagine, considerata non tanto come semplice oggetto visto – dunque come azione passiva – ma quanto come disponibilità attiva a vedere. È qui che si individua l’aspetto
più originale del progetto, ovvero, la cosiddetta Strategia dello sguardo.

Accade, infatti, che mediante l’uso dell’ecografica (dunque, l’espediente tecnologico) venga proiettata al paziente in ipnosi l’immagine ecografica dei suoi organi interni, favorendo in questo modo un contatto che determina un avvicinamento del soggetto-paziente all’epicentro della sua malattia.

Questa associazione cooperante fra ipnosi ed ecografia – ovvero, fra immagine percepita ed immagine reale – trasforma quel senso di frammentazione e perdita di identità che spesso provoca la malattia, in una nuova integrità psico-fisica, condizione fondamentale affinché il paziente possa riappropriarsi del proprio sé e governare i sintomi della sua malattia.